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Tra il 1834 e il 1835 Alessandro Mastroddi e Vincenzo Mancini di Tagliacozzo furono incaricati dal Consiglio Provinciale dell'Aquila «di prendere conoscenza di tutti li pregevoli monumenti di antichità» esistenti nel territorio della Marsica. Il risultato del loro zelante lavoro, ricco di annotazioni di tipo archeologico ed epigrafico, costituisce un'importante testimonianza dell'evoluzione degli studi antiquari nell'Ottocento, animato soprattutto da finalità di conoscenza e tutela, affinché, come loro stessi scrivono, «non si perda la memoria delli monumenti, che sono stati rintracciati, e meglio si conservino le antichità, e non restino nell'oscurità sepolte».